24 lug 2012

Viandante sul cammino per Santiago - altri 142 km

....segue

Sabato, sesta tappa: Belorado (38 km)

La temperatura è rientrata nella norma rendendo il cammino più semplice. I 38º con un solo albero in 10 km che hanno preceduto l'entrata a Los Arcos sono per fortuna un ricordo (sembrava, all'arrivo, di essere in un film western, quando il cowboy entra finalmente in paese dopo ore di sole!).

Ieri sera ho conosciuto Emanuel. Vive sul cammino dal 2004. Si mantiene facendo massaggi e "percorsi emozionali sciamanici" ai pellegrini. Inoltre cammina lui stesso. Alternando italiano, francese e inglese - e condividendo un cannino - mi racconta la sua vita. Vera o inventata che sia il racconto dell'abbandono di lavoro, Rolex e Ferrari per questo mondo, che lo rende più felice, ha indubbiamente il suo fascino.

Oggi è il turno dei racconti di Stee (sempre che così si scriva...), un danese in cerca di "una risposta" sul cammino. Ma anche il turno di nuovi e vecchi compagni, di molta cerveza, altrettante tapas e nuove vesciche.

Scopro infine che anche la più insignificante festa di paese in Spagna si conclude solo con la luce dell'alba. E talvolta prosegue offrendo uno strano contrasto con la partenza dei pellegrini ancora assonnati dal risveglio.

Domenica, settima tappa: Cardañuela Riopico (37 km)

Sono esattamente al mio duecentocinquantesimo chilometro di cammino.

Mi sono fermato in un piccolissimo paese, in un ostello nuovissimo. Per 14 euro stasera ho una camera singola con bagno privato e, qui sta il vero lusso, la possibilità di oscurare la finestra.

Follie dell'era moderna, in cui una camera di albergo è dotata di tapparelle per oscurare e di luci di sicurezza che illuminano a giorno... Stramaledette leggi idiote!! Mi improvviso elettricista e, nel tentativo di smontare la lampada, temo di averla rotta. Finalmente è buio.

Lunedì, ottava tappa: Hornillos del Camino (36 km)

Stamani, di passaggio, ho visitato la cattedrale di Burgos. Molto bella. Sebbene meriterebbe un'altro tipo di visita in un altro tipo di viaggio. In questo viaggio le mie attenzioni sono assorbite dal camminare, dal conoscere pellegrini, dal bere, mangiare e da ben poco altro.

Grano. Per ore non si vede altro che grano. Per giorni, lungo la sconfinata meseta castigliana, mi dicono che sarà così. All'uscita di un paese perfino un'aiuola spartitraffico è coltivata a grano. "Nemmeno Mussolini era arrivato a tanto" commenta Nevio, il mio compagno di viaggio.

Qui, come ovunque, non tutti gli incontri sono piacevoli. Forse proprio per il contrasto dopo tante belle persone stupisce incontrare quello che fa la corsa per fregarti il posto in bagno e poi sorride maligno; quello che alle 5.30 lascia suonare la sveglia per interi minuti; i soliti americani che prima dell'alba hanno lo stesso volume di voce che la sera da ubriachi. Quello che ti supera con aria di sfida e poi scopri che ha iniziato il viaggio da appena mezz'ora...
Qui, come ovunque, si trova di tutto. Solo che qui, questi ultimi elementi, ti chiedi cosa ci vengono a fare.

Martedì, nona tappa: Itero de la Vega (31 km)

Tre ore di cammino prima di trovare un bar per fare colazione... Tre ore nelle quali ho fatto tutti i piani possibili per tornare a Firenze entro il giorno dopo! Poi, col sapore del caffè - stavolta per niente amaro - la vita ha riassunto una prospettiva positiva. Oggi però tappa più breve: alle due sono arrivato, mi concedo nuovamente il lusso di una stanza singola (stavolta, controllo, senza luci a disturbare), scrivo e mi riposo.

Si incontra chi il viaggio lo fa tutto, chi lo compie in più tappe, chi lo fa senza zaino, chi in bicicletta. Chi - mi dicono - stupidamente (aggiungo io!) compie solo gli ultimi 100 km per ottenere la campostella.
Io credo che il fascino di questo viaggio risieda nel contare solo sulle proprie forze, per giorni, l'uno dopo l'altro.
Spezzandolo in più tappe o affrontandolo con la "velocità" di una bicicletta, si perde la sua parte essenziale: la sfida con se stessi ad andare avanti quando tutto il proprio corpo chiederebbe il contrario. Una sensazione che si fa forte ogni giorno di più e che è ignota a chi si riposa dopo 10 giorni.
Certo, ognuno chiaramente è libero nelle sue scelte (ed ha i suoi impegni...), eppure, compiere il viaggio non a piedi, con zaino e tutto insieme, assomiglia, secondo me, all'andare in un ristorante di pesce ed ordinare della pasta al pomodoro. Si può fare, ma non ha senso!
Meglio allora optare per mete più adatte, più belle, sul mare, col clima più mite, paesaggisticamente o artisticamente più belle. Perché, sì, qui ci sono alcuni posti piacevoli ma, tutti quanti, lo sono meno di quelli che posso incontrare ad un'ora di auto da casa mia! Il fascino qui é il Cammino, la sua quotidiana difficoltà, la costante messa alla prova, gli incontri, il passo, che seguendo il precedente, piano, piano, ci ricorda che con le proprie forze possiamo andare ovunque.

segue....

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